Il 16 novembre ricorrono i 75 anni della fondazione dell’Unesco – Nel 2021 l’Emilia-Romagna rappresenterà l’Italia per le nuove nomine, con la candidatura dei Portici di Bologna – In attesa del verdetto, ci sono 12 luoghi da vedere in Regione, già inseriti nella lista Unesco: Ravenna, Ferrara, Modena, la Foresta integrale di Sasso Fratino (Fc) e poi Parma, Faenza, Cesena, Bologna, l’Appennino Tosco Emiliano, il Parco Regionale del Delta del Po, il Grande Po – In corsa per il riconoscimento anche la Via Francigena e la Vena del Gesso Romagnola – www.unesco.it
13 Novembre 2020 – Sono 75 e tutti vissuti in bellezza. Il prossimo 16 novembre ricorrono i 75 anni dalla fondazione dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite (oggi la sede è a Parigi) che protegge il patrimonio artistico e paesaggistico mondiale.
In tre quarti di secolo l’Unesco ha riconosciuto 1.121 siti in 167 Paesi del mondo. L’Italia e la Cina, con 55 siti, detengono il record di riconoscimenti. La lista italiana si potrebbe allungare grazie all’Emilia-Romagna. Nel 2021 sarà proprio la Regione a rappresentare l’Italia alle prossime nomine, con la candidatura dei Portici di Bologna, un’architettura unica al mondo, nata nel Medioevo per riparare i passanti dalle intemperie. Bologna sarà in lizza assieme ad altri 27 siti internazionali.
Dei 62 km totali di portici bolognesi (fra centro e periferia), ne sono candidati 12 tratti: via Santa Caterina con le sue case colorate, la “poesia” di Piazza Santo Stefano, il monumentale complesso del Barracano, la nobile via Galliera, il portico del Pavaglione e Piazza Maggiore, via Zamboni nel quartiere dell’Università più antica del mondo occidentale, il portico della Certosa, il Portico di San Luca che sale in collina, Piazza Cavour e Farini con i soffitti decorati, i portici di Strada Maggiore, quelli del MamBo (Museo di Arte Moderna di Bologna), nel quartiere Barca, i portici dell’edificio chiamato il Treno.
In attesa del verdetto, ecco intanto i 12 luoghi, da vedere in Emilia-Romagna, già presenti nella lista mondiale Unesco: Ravenna, Ferrara, Modena, la Foresta integrale di Sasso Fratino (Fc) e poi ancora Parma, Faenza, Cesena, Bologna, l’Appennino Tosco Emiliano, il Parco Regionale del Delta del Po, il Grande Po. In corsa per il riconoscimento ci sono oggi anche la Via Francigena e la Vena del Gesso Romagnola.
Quattro Siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità
Dal 1995 Ferrara, città del Rinascimento, e il Delta del Po
Ferrara fu la prima città in Europa dove si realizzò il sogno umanistico della ‘città ideale’. Il progetto dava la precedenza, invece che alla bellezza dei singoli edifici, all’armonia perfetta e sublime delle prospettive, alla bellezza complessiva dell’intera città. Il centro storico ha l’impianto di “città ideale” rinascimentale, come aveva voluto il Duca Ercole d’Este, che chiamò a corte architetti, matematici e anche astrologi e cabalisti. Dal 1999 il riconoscimento include anche il Parco del Delta del Po, patria del birdwatching, e le Delizie Estensi, circa 30 ville dove gli Este organizzavano feste e vacanze.
1996 Monumenti paleocristiani di Ravenna
Il sito Unesco a Ravenna è composto da otto monumenti paleocristiani e bizantini: la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Sant’Apollinare in Classe, il Battistero degli Ariani, il Battistero Neoniano e la Cappella di Sant’Andrea. Tutti straordinari. Il mausoleo di Teodorico per esempio, costruito con blocchi di pietra d’Istria, è l’unico esempio superstite di una tomba di un re barbarico di questo periodo. Ravenna è stata anche l’ultimo rifugio di Dante Alighieri che qui è sepolto e di cui nel 2021 si celebreranno i 700 anni dalla morte.
1997 Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande
Il Duomo, candido e abbagliante, svetta in Piazza Grande. E’ uno degli esempi più alti del Romanico europeo: colonne, capitelli, bassorilievi, figure di profeti, esseri fantastici. La torre si chiama Ghirlandina per le balaustre che si attorcigliano come “ghirlande”.
2017 Foresta di Sasso Fratino. Circa 800 ettari di foresta, con faggete tra le più antiche d’Europa, di quasi 600 anni di età. È un territorio di altissimo pregio quello di Sasso Fratino, parte del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, tra Santa Sofia (Fc) e Bagno di Romagna (Fc). Parco Nazionale Foreste Casentinesi
Gli altri otto riconoscimenti Unesco.
2005 Biblioteca Malatestiana di Cesena (XV secolo) è stata la prima biblioteca civica in Europa, aperta cioè ai cittadini. E’ l’unica biblioteca monastica umanistica al mondo rimasta perfettamente conservata. Dal 2005 è nel Registro della Memoria del Mondo. Cesena Cultura – Malatestiana Antica
2005 Monumento di Pace Unesco: l’Abbazia di Santa Cecilia alla Croara
In un’atmosfera mistica, l’Abbazia della Croara, dedicata a Santa Cecilia, si trova appena fuori Bologna, sulle colline di San Lazzaro di Savena. Era parte di un antico convento.
2006 Bologna Città Creative della Musica. Tra il XVII e XIX secolo, Bologna fu meta dei maggiori musicisti: Mozart, Liszt, Farinelli, Rossini e Donizetti. Oggi è culla di tanti artisti e ospita luoghi prestigiosi dedicati alla musica. Home – Bologna Città della Musica
2010. La Chiusa di Casalecchio di Reno. L’Unesco l’ha dichiarata “Patrimonio messaggero di una cultura di pace a favore dei giovani”. La Chiusa è un’opera medievale idraulica. E’ nel punto, dove il fiume Reno abbandona il suo percorso naturale per entrare, forzata, in pianura. www.parcodellachiusa.it › index.php › la-chiusa-e-il-ca…
2011 MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche, di Faenza, è Testimone Unesco di una cultura di pace. Il Museo (1908) raccoglie circa 60.000 pezzi d’arte. Sono produzioni ceramiche di ogni epoca e da ogni continente: dai reperti archeologici dell’Antica Mesopotamia a quelli dei più grandi artisti contemporanei (Picasso, Matisse, Chagall).
2015 Parma Parma City of Gastronomy: il cuore del gusto parmigiano
E’ stata nominata dall’Unesco Citta Creativa della Gastronomia. Qui hanno sede l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Alma, la Scuola di cucina internazionale e un sistema unico di Musei del cibo. Parma è Capitale Italiana della Cultura 2020+2021.
2015 La Riserva MAB Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano
Si espande sul crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano nei territori di Parma e di Reggio Emilia. L’area ospita il 70% delle specie presenti in totale in Italia, tra cui 122 specie di uccelli, anfibi, rettili, mammiferi e pesci, oltre ad almeno 260 specie di piante acquatiche e terrestri.
2015 la Riserva MAB Unesco del Parco Delta del Po
È la spettacolare zona in cui il Po si divide in tante lingue di acqua, prima di gettarsi in mare. Un paesaggio di dune, lagune, pinete, zone umide salmastre, un’antichissima Salina. Qui vivono indisturbate 360 specie di uccelli, come l’Airone Viola e 10.000 fenicotteri rosa.
2019 Il corso del Fiume Po. Anche l’area Po Grande è ora tra le Riserve MAB Unesco. E’ la zona golenare, fra filari di pioppeti, boschi fluviali, piccole spiagge e borghi padani lungo il corso del Grande Fiume nei territori di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
In cammino per il riconoscimento a Patrimonio Unesco ci sono la Via Francigena, cioè la strada dei pellegrini medievali che andava da Canterbury a Roma attraversando nel suo percorso il Po e l’Emilia-Romagna. E la Vena del Gesso Romagnola, una catena montuosa gessosa, con grotte fra le più grandi d’Europa. La Vena del Gesso insieme ai Gessi Bolognesi e le Evaporiti triassiche del Reggiano sono i tre nuclei della candidatura che la Regione Emilia-Romagna ha presentato a Unesco Italia.
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