Parte idealmente dall’esposizione “L’eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio”, appena inaugurata ai Musei di San Domenico di Forlì, la mostra diffusa alla scoperta delle emergenze culturali del tardo ‘500 in Romagna – Da Rimini a Premilcuore, da Cervia a Modigliana, 25 le località protagoniste, con una cinquantina di tappe per ammirare ceramiche, dipinti, sculture, rocche, pievi e chiese, realizzate tra il Rinascimento e l’Epoca Barocca – Speciali pacchetti soggiorno con itinerari, realizzati da Cervia Turismo per gli albergatori di Confcommercio Cervia, per un’esperienza a 360 gradi tra arte, enogastronomia, artigianato e natura – Campagna di comunicazione social su Twitter e Instagram (rispettivamente con gli account @cerviaArtH e @CerviaArtH)
Da “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio”, la mostra ospitata ai Musei di San Domenico di Forlì, alle tante emergenze culturali del tardo ‘500 sparse in Romagna, tra la riviera e l’entroterra: nasce un’originale “mostra diffusa” che coinvolge fino a giugno 25 località con una cinquantina di tappe, per ammirare dipinti, sculture, ceramiche, pievi, rocche, chiese datati tra la prima metà del Rinascimento e l’avvento del Barocco. Ma non solo.
Un’occasione unica, che grazie agli speciali pacchetti soggiorno all inclusive messi a punto dalla Società di Promozione Cervia Turismo per gli albergatori di Confcommercio Cervia e alla sinergia tra i territori, permette un’esperienza che spazia da arte e cultura all’artigianato artistico e all’enogastronomia tipica, passando per il fascino del mare, le magiche atmosfere degli antichi borghi dell’entroterra romagnolo, l’immaginario di Federico Fellini e Tonino Guerra, la storia universale della maiolica (al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza), “gioielli” Unesco come la Biblioteca Malatestiana di Cesena, la storia della Civiltà del Sale cervese e tanto altro ancora. Previste formule da 2 a 5 pernottamenti, con itinerari ad hoc, individuali e di gruppo, che offrono l’opportunità di scoprire innanzitutto quanto fu realizzato in Romagna nel “secolo d’oro” dell’arte idealmente intercorso tra il Sacco di Roma (1527) e la morte di Caravaggio (1610). Ecco ad esempio le opere di Cagnacci, Guercino, Palmezzano ospitate nella Pinacoteca di Forlì, Terra del Sole città ideale del Rinascimento (col Palazzo Pretorio e la Chiesa di Santa Reparata), le splendide rocche di Bertinoro, Forlimpopoli, Predappio, Cesena e Mondaino, le opere di Andrea Della Robbia, Donatello, Ghirlandaio ospitate nella Basilica di Santa Maria Assunta a Bagno di Romagna. E ancora il Tempio Malatestiano di Rimini, a firma di Leon Battista Alberti (con all’interno le opere di Piero della Francesca e Giotto) e, sempre nel riminese, la Chiesa della Madonna della Colonnella (primo dei grandi santuari mariani del ‘500) e la Madonna col Bambino di Guido Cagnacci a Palazzo Cenci a Santarcangelo, passando per il Duomo rinascimentale di Giuliano da Maiano a Faenza e, nel forlivese, la tavola cinquecentesca della Madonna nella Pieve di Santa Maria dei Miracoli, a Pianetto, e i preziosi tomi della Biblioteca Panciatichi custoditi a palazzo Fantini a Tredozio. E, tra una visita e l’altra, si prende un aperitivo vista mare, si assiste all’antica pratica della stampa a ruggine, si gusta la tradizionale tagliatella al ragù in un’osteria dell’entroterra o ci si rilassa alle terme con un massaggio. Sull’esempio di Confcommercio Cervia, anche altri consorzi (Promhotels Riccione e Romagna Fulltime) stanno predisponendo pacchetti soggiorno dedicati alla “mostra diffusa”.
«Un’esperienza di vacanza innovativa per la sua capacità di integrare diversi prodotti tematici e una grande opportunità per valorizzare il sistema territoriale –dichiara l’Assessore al Turismo Regionale Andrea Corsini– Fare turismo oggi richiede nuovi modelli propositivi, le Destinazioni d’Area Vasta ne sono l’espressione: da un lato ci consentono di comporre un’offerta trasversale ed ampliare la fascia di mercato a cui ci rivolgiamo, dall’altro di sviluppare economia turistica anche nei periodi di minor concentrazione dei flussi»
«Rimini e la Romagna –sottolinea Andrea Gnassi, Presidente della Destinazione turistica Romagna- stanno lavorando costantemente per affermarsi come grande culla d’arte italiana, densa di fascino e di storia, dalla costa all’entroterra. Ariminum romana, comune medievale, città dei Malatesta, centro terapeutico con i primi stabilimenti nell’Ottocento e con il teatro inaugurato da Verdi, città della memoria di Federico Fellini nel ‘900. Un patrimonio d’arte unico al mondo, uno spaccato di storia dell’arte italiana, in dialogo e in sinergia con i Malatesta, i Montefeltro, i mosaici di Ravenna, gli estensi e Michelangelo Antonioni a Ferrara: uno straordinario e unico al mondo giacimento di arte, storia, bellezza, ambiente in un’area geografica di 100 chilometri. Un’operazione d’alto livello come quella organizzata in sinergia con i Musei di San Domenico di Forlì ha anche questo obiettivo, quello di accendere i riflettori su Rimini e sulla Romagna come territorio d’arte e di storia nel mondo».
«Confcommercio Cervia –sottolinea Piero Boni, Presidente di Confcommercio Cervia- ha creduto fin dal loro inizio nelle mostre d’arte della Fondazione di Forlì e ha dato vita ad un’inedita collaborazione tra costa ed entroterra per la promozione del turismo culturale. Siamo convinti che l’innovazione dell’offerta turistica balneare passi da simili esperienze di rete tra attori diversi e complementari dello stesso territorio e oggi mettiamo a disposizione della neonata Destinazione Romagna questo patrimonio di valori e di conoscenze».
«Le grandi mostre dei Musei San Domenico –gli fa eco Gianfranco Brunelli, curatore dell’esposizione forlivese- hanno svolto un ruolo importante nella promozione del turismo del territorio. Le 12 mostre realizzate dal 2006 ad oggi hanno superato il milione di visitatori, diversi dei quali hanno abbinato la visita ad un soggiorno o sono tornati successivamente in Romagna. Questa tredicesima mostra è la più grande finora allestita sul ‘500 e sulla riforma dell’arte».
L’iniziativa è supportata da una campagna comunicazione social su Twitter e Instragram con gli account @CerviaArtH e @cerviaarth. Previsti collegamenti con gli account di giornali e giornalisti specializzati in arte, turismo culturale, viaggi e turismo in generale, della promozione turistica locale e nazionale, degli amministratori del turismo e cultura locali e nazionali, #bloggers #artlovers e dei #travelbloggers. Hanno aderito all’iniziativa venticinque Comuni, con cinquanta siti visitabili: Forlì, Bagno di Romagna, Bertinoro, Castrocaro Terme/Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Forlimpopoli, Galeata, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Verghereto, Meldola, Santa Sofia, Tredozio, Faenza, Cesena, Longiano, Roncofreddo, Rimini, Saludecio, Santarcangelo, Mondaino.
Tra il Rinascimento e il Barocco. La grande mostra al San Domenico di Forlì
Dal Cristo Portacroce dei Giustiniani di Michelangelo alla Madonna dei Pellegrini di Caravaggio. Due opere che segnano, simbolicamente, uno dei periodi più fiorenti per l’arte italiana, raccontato dalla Mostra “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio” ospitata fino al 17 giugno ai Musei di San Domenico di Forlì. Tra i “due” Michelangelo si snoda un percorso culturale innovativo, alla ricerca di un rispecchiamento tra i valori eterni e quelli storici. E se in Buonarroti si dissolve ogni idea o ideale di compiutezza umana e terrena, in Michelangelo Merisi un’umanità intrisa di peccato, scalza e sporca bussa alle porte del cielo. Il fascino di un secolo compreso tra un superbo tramonto, l’ultimo Rinascimento, e un nuovo luministico orizzonte, l’età barocca, è narrato attraverso un percorso espositivoin 12 sezioni e 190 opere realizzate da 50 artisti, che mostra capolavori di Raffaello, Rosso Fiorentino, Lorenzo Lotto, Pontormo, Sebastiano del Piombo, Correggio, Bronzino, Vasari, Parmigianino, Daniele da Volterra, El Greco, i Carracci, Barocci, Veronese, Tiziano, Zuccari, Reni e Rubens. La Mostra si caratterizza anche per un nuovo percorso espositivo che, per la prima volta, utilizza come sede la Chiesa conventuale di San Giacomo Apostolo, a conclusione del suo integrale recupero.
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