Evento formativo, il 23 febbraio prossimo, rivolto alle associazioni di categoria e agli operatori pubblici e privati organizzato da Unioncamere Emilia Romagna e Apt Servizi – Gli animali mitici, le Valli e le Lagune, le Pialasse e l’avifauna – La valorizzazione delle risorse ambientali, elemento di pianificazione turistica
Delfini e tartarughe marine, trampolieri e cormorani, dune sabbiose costiere e pialasse, lagune e aree protette: la straordinaria biodiversità dell’Adriatico nord occidentale e delle zone umide rappresenta anche una forte motivazione turistica che da qualche anno entra nelle pianificazioni di pacchetti vacanza.
Sono questi i temi che verranno illustrati e discussi in occasione dell’evento formativo – rivolto alle associazioni di categoria e agli operatori pubblici e privati – organizzato da Unioncamere Emilia Romagna e Apt Servizi Emilia Romagna, in collaborazione con il Centro di Ricerche Marine e ARPAE Struttura Oceanografica Daphne, che si terrà venerdì 23 febbraio, dalle 10 alle 13, nella sala convegni del Centro Ricerche Marine di Cesenatico.
Un gruppetto di tursiopi che guizza davanti alla prua di una barca diventa una foto postata sui social e condivisa all’infinito, così come gli appassionati di birdwatching girano filmati meravigliosi di fenicotteri che danzano leggeri improvvisando balli nuziali nel Parco del Delta del Po e nelle saline di Cervia. E non occorre avere il patentino di subacqueo per girare splendide immagini di cavallucci marini o di altri pesci e molluschi che popolano le scogliere: è sufficiente dotarsi di una telecamera o macchina fotografica subacquea e il gioco è fatto.
Per avvistare le tartarughe marine occorre spingersi in mare aperto, attorno alle 3-5 miglia dalla costa, scegliere una giornata di sole e…aspettare: questi longevi, mitici animali, hanno eletto l’Adriatico compreso tra Trieste e Ancona come loro nursery, e ogni due ore salgono in superficie per respirare, poi si immergono nuovamente alla ricerca di cibo – granchi, mitili e altri bivalvi –, che qui abbonda più che in altre parti del Mediterraneo.
Tra gli uccelli, vi sono specie che col mare hanno un rapporto inscindibile: in mare trascorrono l’intero arco della loro vita o buona parte di essa, vi traggono alimento, volandoci sopra, nuotando o tuffandosi. Varie specie di gabbiani, cormorani, garzette, anatre d’ogni tipo, beccacce di mare e altre specie si possono osservare anche dalla spiaggia o in mare aperto, mentre nelle zone umide costiere vivono trampolieri come i fenicotteri, i cavalieri d’Italia.
A ridosso della costa, i 19 chilometri di dune sabbiose del ravennate e del ferrarese rappresentano una naturale difesa contro l’erosione costiera e assumono straordinari valori paesaggistici e biologici. Divise tra ambiente retrodunale, duna consolidata e duna embrionale, ospitano raggruppamenti di essenze vegetali e una varietà di fauna terrestre del tutto particolare: tra gli insetti si possono osservare i coleotteri tenebrionidi, lo scarabeo stercorario e la formica leone, tra gli uccelli la beccaccia di mare e il fratino, e poi tartarughe terrestri e conigli selvatici. Di grande fascino è anche tutto il sistema lagunare dell’Emilia Romagna, dalle Valli di Comacchio, dove da anni nidifica una florida comunità di fenicotteri rosa e decine di altre specie di avifauna, alla Sacca di Goro, fino alle Pialasse, governate principalmente dai cicli di marea: acque salmastre che vanno verso il mare durante le basse maree e acque salate che vi confluiscono nei momenti di alta marea, un habitat di estrema importanza naturalistica e …idraulica.
Ricchissima la presenza di avifauna, con oltre 370 specie di nidificanti, migratori e svernanti. Lungo il fiume Po si può osservare il lento volo dell’airone cinerino, mentre tra i canneti nidificano specie come l’airone rosso e il falco di palude. Nelle valli e nelle golene nidificano il fraticello, la sterna comune, il gabbiano reale, il gabbiano comune, il cavaliere d’Italia e l’avocetta. Per gli uccelli migratori il delta è zona di svernamento e di rifugio, e si popola di migliaia di folaghe e di varie specie di anatre. Tornando in mare, il “paradiso” è a 12 miglia dalla riva. Occorre chiedere un permesso all’Associazione Paguro che, in accordo con la Capitaneria di Porto di Ravenna, rilascia i permessi per l’attracco alle apposite boe. E quindi godere dell’incantevole ricchezza delle specie ittiche che popolano il Paguro, il relitto della piattaforma metanifera dell’Agip, affondata al largo della costa ravennate nel 1965 e oggi diventata un “reef” artificiale di incredibile bellezza. Qui, oltre a numerose specie di molluschi, crostacei e stelle marine, si possono ammirare anche pesci mediterranei: corvine, gronghi, occhiate, scorfani di scoglio, orate, mormore. Pesci che hanno trovato nelle strutture affondate del Paguro un particolare ecosistema. Uno straordinario spettacolo che si apre ai nostri occhi ad appena nove metri di profondità. Tra gli “ospiti”, anche qualche aragosta e tanti canestrelli, che con le loro ciglia mobili e retrattili sembrano voler strizzare l’occhio ai tanti curiosi che frequentano i fondali di questo ricchissimo, straordinario lembo di Adriatico.
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