Torna, giovedì 4 agosto, nella Rotonda I Maggio di Milano Marittima, il Contest che vede bartender da Olanda, Scandinavia, Inghilterra, Spagna, Grecia e Italia sfidarsi nella creazione di cocktail che impiegano come basi Lambrusco e Pignoletto – Appuntamento dalle 18.30 a mezzanotte, tra dj set, musica live, corner di frutta fresca e i barman dei più frequentati locali di Cervia-Milano Marittima con le loro creazioni – Tutti i protagonisti del Contest sul sito www.internationalbartender.it
Sei bartender professionisti da tutta Europa per una sera si sfidano nel “salotto verde” di Milano Marittima, la Rotonda I Maggio, creando cocktail a base di Lambrusco, Pignoletto Frizzante e frutta a km zero, tra dj set, musica dal vivo, corner di frutta fresca e street bar.
L’occasione è la seconda edizione, giovedì 4 agosto, di Milano Marittima International Bartender (www.internationalbartender.it), il contest -realizzato dal Comune di Cervia e da Apt Servizi Emilia Romagna- che lega uno dei trend del momento, quello della “mixology” (l’arte di creare bevande miscelate) alla valorizzazione di due vere e proprie eccellenze enologiche del territorio, Lambrusco e Pignoletto frizzante, impiegati come basi per cocktail, nonché della frutta a km zero della Romagna.
“Per noi qualità ed innovazione sono fondametali in tutti i settori turistici – dichiara il Sindaco di Cervia Milano Marittima Luca Coffari – Questo evento ha il grande pregio di unire, con un grande impatto mediatico e in modo divertente, la grande professionalità dei migliori barman internazionali ed i prodotti d’eccellenza della nostra terra.”
I sei protagonisti della serata, che dal tardo pomeriggio fino a mezzanotte si daranno battaglia a colpi di shaker e “pestello”, sono lo spagnolo Alberto Matarrana, attualmente in forza allo Speakeasy DR di Rotterdam, la scandinava Christina Eiksen, bar manager del nightclub Bassalt, a Tòrshavn, capitale delle Isole Faroe, l’inglese Josh Powell, capo bartender a Londra del “68 and Boston” di Soho, il greco Phaedon Papakonstantinou, barman al “Baba au Rum” di Atene, l’ecuadoregno Santiago Ortiz, manager dell’Ohla Boutique di Barcelona, e la siciliana Grazia di Franco, free lance che vanta nel suo palmares una vittoria all’Absolut Talent Show e il “Sweet/dessert drink” Award per Expo con il team Bacardi Martini.
A giudicare le loro creazioni, una a base Lambrusco e una a base Pignoletto (forniti dagli omonimi Consorzi di Produzione), sarà una giuria di esperti composta da: Alberto Farinasso (organizzatore grandi eventi per Slow Food), Carlo Catani (gastronomo e docente all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Valeria Margherita Mosca (esperta di “foraging”, scienza dell’alimentazione con cibi spontanei selvatici) e Janus Vang (direttore dell’istituto di ricerca scandinavo Inova ed esperto di cocktail). I prodotti del territorio saranno protagonisti anche lontano dal palco dei bartender: nella Rotonda I maggio saranno attivi per tutta la sera 4 corner di frutta fresca e una decina di postazioni con i barman dei più rinomati locali di Cervia-Milano Marittima che proporranno i loro cocktail.
In apertura di serata e al termine della gara, esibizione live del duo Recrive, mentre durante il contest vero e proprio si terrà il dj set dei “The Zoo”.
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Il Lambrusco
Riguardo al Lambrusco, sono eloquenti le parole di Mario Soldati nel 1970: “Il Lambrusco, nella sua creduta umiltà, assomiglia così allo champagne”. Di “Vitis labrusca” (un vitigno selvatico) si parla fin dall’epoca romana. Con il termine “Lambrusco” si indica una famiglia di vitigni di matrice comune, da sempre coltivati in Emilia, in particolare nelle province di Reggio Emilia (Lambrusco Reggiano ed Lambrusco Montericco Colli di Scandiano e Canossa) e Modena (Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e Lambrusco Salamino di S. Croce), in parte a Parma, sconfinando nel Mantovano.
La caratteristica principale del Lambrusco è quella di essere un vino fresco, beverino, naturalmente frizzante, che nella tradizione andava incontro ad una rifermentazione spontanea in bottiglia nel periodo primaverile. Per le sue eccezionali caratteristiche digestive e sgrassanti sembra fatto su misura per i piatti della sapida cucina emiliana.
Il Pignoletto frizzante
Ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono (per almeno l’85% delle uve, con il restante 15% da vitigni a bacca bianca non aromatici), nella sua denominazione più affermata è considerato il “Re dei Colli Bolognesi”, suo territorio vocato di produzione (anche se si ottiene anche sui colli imolesi e riminesi) e vanta 4 DOC e una IGT. Dal sapore secco, armonico, asciutto ed abbastanza persistente, se ne ha menzione in antichità già da Plinio il Vecchio, che nella sua “Naturalis Historia”, scritta nel I secolo d.C., afferma di un vino chiamato “Pino Lieto” che “non è abbastanza dolce per essere buono”, e quindi non apprezzato, poiché è noto che gli antichi romani amavano il vino dolcissimo.
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